Cinque cose da sapere sul controllo delle parassitosi nei ruminanti
Mano a mano che il tema della sostenibilità acquisisce importanza, l’approccio tradizionale basato unicamente sui farmaci per il controllo dei parassiti inizia a perdere consensi. Il Dott. Ray Kaplan, Professore del College of Veterinary Medicine dell’Università della Georgia nonché una voce autorevole nel campo del controllo delle parassitosi, illustra le nuove tendenze che plasmeranno il futuro.
1) L’approccio esclusivamente farmacologico è giunto al capolinea
Oggi, per il controllo dei parassiti, gli allevatori si affidano esclusivamente agli antielmintici, che sono generalmente soluzioni chimiche da applicare annualmente sugli animali, sempre negli stessi punti. Questo avviene per diverse ragioni. Innanzitutto, perché aziende come Boehringer Ingelheim hanno introdotto sul mercato prodotti validissimi che trattano un ampio spettro di parassiti interni ed esterni. Si tratta inoltre di prodotti estremamente pratici. Tuttavia, questo tipo di strategia non è sostenibile e sta perdendo efficacia. L’approccio fondato unicamente sull’impiego di farmaci ha funzionato molto bene per tanti anni, ma oggi non basta più a fermare la rapida escalation della resistenza farmacologica dei parassiti. Parliamo di un fenomeno che riguarda tutte le principali specie di vermi per ogni segmento animale e ogni tipologia di molecola.
2) Lo sviluppo di nuove classi di antielmintici è un’illusione
Una risposta al problema della resistenza potrebbe provenire dallo sviluppo di nuovi antielmintici, ma questa soluzione risulta poco realistica. La resistenza ai parassiticidi è aumentata e proseguirà a ritmi superiori all’introduzione di nuovi classi di antielmintici. Non dimentichiamo che le attività di ricerca, sperimentazione e introduzione di nuovi classi di farmaci richiedono processi lunghi e costosi. L’ultima “nuova” categoria, quella dei lattoni macrociclici, è stata lanciata negli anni Ottanta e da allora non sono state più introdotte nuove classi di antielmintici per gli animali da reddito.
3) Non esiste parassitologia senza pensiero critico
Ciò che è realmente necessario è un cambiamento immediato di portata mondiale. Abbiamo bisogno di profondi cambiamenti che ci aiutino ad affrontare la realtà sul campo e ad applicare il pensiero critico al tema del controllo parassitario. Questo significa trattare gli animali giusti con il prodotto giusto, nelle dosi e nei tempi più indicati, senza dimenticare la gestione dei pascoli e altri aspetti importanti. In sostanza, dobbiamo lavorare in armonia con la natura e apprendere nuovamente le lezioni della biologia parassitaria, dell’ecologia e dell’epidemiologia per ottenere livelli di produttività ottimali ed economicamente sostenibili, limitando il più possibile l’impatto ambientale.
4) Le soluzioni migliori non possono prescindere dal comportamento umano
Gli antielmintici devono essere una delle principali armi del controllo parassitario, ma non possono costituire l’unica soluzione. L’utilizzo efficiente e responsabile dei farmaci deve diventare una priorità se vogliamo vincere la battaglia contro i parassiti e assicurare la salute e il benessere degli animali. Il comportamento e la sensibilità umana possono contribuire enormemente a questo obiettivo. Altri validi strumenti a nostra disposizione sono, ad esempio, il minore sfruttamento dei pascoli, la riduzione della frequenza dei trattamenti, lo studio del momento migliore per somministrare il farmaco e l’applicazione del concetto di refugia, ovvero lasciare una piccola percentuale della mandria priva di trattamento al fine di ridurre l’impatto delle resistenze agli antielmintici.
5) Un futuro sostenibile è possibile
Oltre a processi produttivi più efficienti, che riducano l’impatto ambientale dei farmaci veterinari, abbiamo anche bisogno che la sostemibilità diventi un criterio guida anche per la gestione dei trattamenti. Gli allevatori potrrebbero, ad esempio, applicare il principio dei refugia per gestire la resistenza agli antielmintici e ridurre il più possibile il danno ambientale. Queste strategie sostenibili permetteranno ai pochi antielmintici efficienti ancora in commercio di preservare il più possibile la propria efficacia e favoriranno una migliore gestione globale, a vantaggio del benessere animale, dei ricavi dei produttori e della fiducia dei consumatori.
Informazioni sul Dott. Kaplan
Il Dott. Ray Kaplan è Professore presso il College of Veterinary Medicine dell’Università della Georgia. Ha conseguito la Laurea in Medicina Veterinaria presso il Virginia-Maryland College of Veterinary Medicine e ha lavorato in un ambulatorio misto prima di svolgere un Dottorato in Parassitologia Veterinaria presso l’Università della Florida. Il Dott. Kaplan ha prestato servizio nel Corpo Veterinario dell’Esercito americano, con il ruolo di Responsabile della Biologia Parassitaria presso l’Istituto di ricerca militare Walter Reed. Dal 1998 è impiegato presso l’Università della Georgia dove insegna e svolge attività di ricerca e assistenza nell’ambito della parassitologia veterinaria. Il suo programma di ricerca è incentrato sulla misurazione, la comprensione e la risoluzione dei problemi relativi alla resistenza farmacologica nei parassiti elmintici.