COVID-19: La scienza contro fake news e disinformazione
Non essendoci prove per supportare l’evidenza che gli animali possano trasmettere il Coronavirus all’uomo, la comunità zootecnica mette in luce alcune informazioni scientifiche per unirsi alla battaglia online contro fake news e disinformazione.
Alcuni post su Facebook affermano che il COVID-19 non sia una nuova malattia; false accuse riguardanti il Coronavirus bovino o canino diffuse su Twitter e dichiarazioni fuorvianti sulla sicurezza del consumo di proteine animali confondono sia produttori sia consumatori. Insieme ad altre sfide sanitarie ed economiche, la pandemia COVID-19 ha portato disinformazione e confusione in tutto il mondo. Contro l’ondata di speculazioni e fake news, contano i fatti scientifici: i ceppi del Coronavirus che colpiscono gli animali differiscono dal nuovo virus che colpisce l’uomo.
Mentre sono in corso molte ricerche per determinare se il bestiame possa contrarre qualche forma di infezione minore, oppure essere portatore del virus mutato responsabile del COVID-19, ad oggi non ci sono prove a supporto di questa ipotesi. Questa è una buona notizia sia per gli allevatori, sia per i consumatori: non solo gli animali sono al riparo da potenziali rischi sanitari ma carne, uova e latte sono sicuri per il consumo da parte dell’uomo.
Molta confusione è nata a causa della natura del Coronaviridae, una grande famiglia di virus con quattro generi. Considerando il segmento del pollame, ad esempio, il coronavirus era già conosciuto da tempo. Per molti anni, la bronchite infettiva del coronavirus aviario (Coronavirus Infection bronchitis – IBV) ha impegnato produttori e veterinari. Tuttavia, il virus responsabile di questa malattia non è lo stesso che causa il COVID-19.
“La famiglia Coronavirus si divide in quattro gruppi: Alfa, Beta, Gamma e Delta. Quello che colpisce il pollame è un Gammacoronavirus, mentre un Betacoronavirus è responsabile del COVID-19. È importante sottolineare che il Gammacoronavirus che colpisce il pollame non può infettare l’uomo. Allo stesso tempo, COVID-19, come Betacoronavirus, non può colpire i polli”, spiega Stephane Lemiere, Head of Avian Technical.
Un’ampia varietà di virus
Il termine Coronavirus si riferisce ad un ampio gruppo di virus che circolano in natura. Tale varietà è diventata terreno fertile per le voci che stanno portando un’ulteriore minaccia: speculazioni, disinformazione e false notizie. Fake news circolano sui social network, in lingue diverse, sostenendo che il Coronavirus recentemente scoperto non sia una nuova malattia. Sono state anche pubblicate fotografie di fiale di vaccini per animali contro il Coronavirus come “prove” a sostegno di questa tesi.
Queste affermazioni non hanno senso. Va notato che il nome effettivo del virus che causa il COVID-19 è SARS-CoV-2, mentre il Coronavirus per il quale è disponibile un vaccino per bovini si chiama BCV o BCoV; e quello che colpisce i cani è il CCV o CRCoV e, per di più, non contagia altre specie.
“La stessa logica si applica al pollame. Per molti anni, ad esempio, Boehringer Ingelheim Animal Health ha prodotto vaccini per proteggere il pollame dal Gammacoronavirus che causa la Bronchite Infettiva (Infectious Bronchitis), ma quei vaccini non funzionerebbero sugli esseri umani affetti da COVID-19. Per quanto ne sappiamo, al momento non esiste un vaccino in grado di proteggere le persone dal nuovo ceppo di Coronavirus che causa COVID-19”, afferma Stephane Lemiere
Latte, uova e carne sicuri per il consumo
Combattere la disinformazione in tempo reale non è un compito facile. Il team di Boehringer Ingelheim Animal Health è completamente impegnato nel fornire le migliori soluzioni e approcci per gestire la situazione, ma anche nel supportare la comunità zootecnica attraverso informazioni scientifiche affidabili e la diffusione delle migliori pratiche gestionali in tutto il mondo.
Un’altra falsa notizia priva di supporto scientifico che circola sui social media, afferma che i polli potrebbero diffondere il nuovo Coronavirus agli esseri umani attraverso il contatto diretto o attraverso il consumo di carne avicola. La verità è che il Gammacoronavirus che può infettare il pollame non è in grado di contagiare l’uomo. Inoltre, anche se un essere umano infettato dall’agente COVID-19, il SARS-CoV-2 (un Betacoronavirus), potesse disseminare particelle nell’aria a causa di tosse o starnuti, questi non riuscirebbero a infettare il pollo, così come dimostrato da recenti ricerche1.
“Ad oggi2, non c’è la possibilità che il pollame sia infettato da SARS-CoV2 in quanto i siti di replicazione dei coronavirus aviari e SARS-CoV2 sono diversi. Immaginiamo una porta d’ingresso attraverso la quale le glicoproteine di membrana del virus si attaccano alle cellule ed entrano. Nei polli, questo sito di applicazione è l’acido sialico, presente solo in alcune cellule, mentre nell’uomo è l’ACE2, un recettore parte della cellula e non presente nei polli”, aggiunge Andrea Delvecchio, Avian Global Technical Manager.
Per questi motivi, durante l’attuale pandemia, non vi è alcuna necessità per gli allevatori di allevare o trattare i polli diversamente dal solito, rispettando le regole vigenti in termini di biosicurezza. Di conseguenza, è sicuro anche il consumo di carne avicola.
“Durante questi tempi difficili, è fondamentale continuare a fornire cibo sicuro in tutto il mondo. Per questo supportiamo completamente i nostri clienti nella loro missione di produrre carne di qualità e conveniente e continuiamo a fornire i prodotti ed i servizi di cui hanno bisogno. Questa è una missione che prendiamo molto seriamente”, conclude Jerome Baudon, Boehringer Ingelheim Animal Health Global Head of Poultry.
Bibliografia
1) https://science.sciencemag.org/content/early/2020/04/07/science.abb7015 (link is external)